Mattia ha due anni e mezzo una passione sfrenata per le macchinine. Ne ha sempre una in mano. Fai una gara di macchinine con lui ed è capace di andare avanti per ore.
Le sue macchinine sono speciali. Quando le guarda si illuminano gli occhi, “sono le hot weels” indicando il tipico segno sotto che le contraddistingue.
La cosa che mi fa impazzire è quando mi dice: “Babbo, questa macchina è super veloce” e la fa corre per terra con la manina per mostrartelo.
Ecco, se io devo concretizzare nella mia mente la parola ENTUSIASMO penso a mio figlio. Lui è l’entusiasta per eccellenza.
Non è difficile fare entusiasmare un bambino, basta trovare il gioco giusto, farsi vedere entusiasta e subito lui ti segue a ruota.
E’ molto più complicato farlo con un adulto.
Cos’è l’entusiasmo?
Entusiasmo deriva dall’accoppiata dei termini greci: en (dentro) e thèos (dio). Essere entusiasta significa letteralmente: avere un dio dentro di sé.
E’ una incontenibile spinta ad agire e operare dando tutto sé stessi: partecipazione totale, gioiosa o ammirativa, a ciò che si vede o si ascolta.
Questo Dio dentro di sé è una sorta di fuoco dentro, una torcia. Una forza potentissima. Infatti non a caso si usa un verbo che ricorda la scintilla: accendere l’entusiasmo.
La cosa che interessa a noi è che può essere diretto verso un brand, un’azienda, una tecnologia, una causa condivisa, uno sport, una persona.
Perchè ci interessa l’entusiasmo
Si ok tutto bello, ma perchè questa cosa mi sta tanto a cuore? Il motivo è semplice: perché è il motore di tutto.
Crea coinvolgimento, passaparola, innovazione e fiducia tra le persone. Lega profondamente la persona all’oggetto dell’entusiasmo.
L’entusiasta se ne frega:
- del tempo, Mattia con le use macchinine può giocare per ore
- delle energie
- di apparire matto o esagerato. Perché ha una percezione non razionale dell’oggetto dell’entusiasmo
- di spendere di più. Fa di tutto per avere l’oggetto del desiderio anche se il costo non è equiparato al valore reale
Niente di grande fu mai compiuto senza entusiasmo.
R. W. Emerson.
E’ incredibilmente contagioso. E’ difficile resistere ad un entusiasta, anche se non abbiamo il suo stesso sentimento, ci spinge a porci delle domande: “mi sto perdendo qualcosa? ma se gli interessa così tanto forse dovrei dare un’occhiata anche io!”
Capisci perchè studiare l’entusiasmo mi entusiasma così tanto?
Perché l’entusiasmo è così importante per una community
Prendi un bel post-it, scrivi questa frase e appiccicala al monitor: un membro non entusiasta è un membro in uscita. (Parafrasando il mio amico Mario Sala)
Se non riesci suscitare l’entusiasmo, prima o poi lo perderai.
L’arte del community manager sta tutta qui, capire cosa sta a cuore alle persone e trovare i modi/tempi giusti per accendere la loro torcia.
Perché qui c’è un’altra bella sfida, ognuno si entusiasma per cose diverse. Dipende dal loro carattere, dal vissuto e dalle loro aspirazioni personali: imparare, partecipare, migliorare, raccontare, aiutare.
Sta a te capire per ognuno, quale sia la loro motivazione più forte.
Community ed entusiasmo: accoppiata vincente
Come puoi aver capito, queste due parole secondo me sono estremamente collegate. La community è un grande generatore di entusiasmo.
Ogni persona partecipando alle discussioni e leggendo quello che fanno gli altri, impara ogni giorno qualcosa di nuovo. Si sente importante aiutando un nuovo arrivato o creando un nuovo contenuto che viene apprezzato da tutti.
Ma è come nelle auto ibride, funziona anche al contrario. Prima il motore elettrico viene ricaricato da quello a benzina e poi quando è il suo turno è quello elettrico che tiene in moto la macchina
Una volta che l’entusiasmo avrà preso il via ti aiuterà a creare una community spaziale, tenendo viva partecipazione e coinvolgimento.
A quel punto dovrai solo continuare a buttare legna sul fuoco per evitare che si spenga