Ho scoperto una cosa interessante, che pretendo troppo da me stesso.
Se voglio leggere di più mi metto d’impegno, leggo un’ora di seguito e poi abbandono tutto per una settimana.
Se voglio fare più sport e non vado a correre almeno 2-3 volte a settimana mi sembra di non fare nulla, e mi passa la voglia di uscire.
Con questo atteggiamento mentale dopo un po’ di tempo ottengo solo due cose, una grande frustazione e quella sensazione di non essere costante
Ho imparato nel tempo a puntare in basso, il MVG Minumum Viable Goal (l’ho inventato adesso): l’obiettivo minimo, il 6 politico come a scuola.
Diciamo che oggi mi accontento di fare meno schifo di ieri.
Non mi interessa alzarmi all’alba, mi basta farlo 40 minuti prima degli altri. Ogni giorno cerco di scrivere almeno mezz’ora, è poco è tanto? Non mi interessa, 30 minuti in più mi aiutano sicuramente a fare un po’ meglio di ieri.
Seth Godin dice che se leggi 3 libri sulla corsa, non sei un runner sei uno che legge libri sulla corsa. Ma se vai a correre 20 minuti al giorno per un mese, non sarai Usain Bolt ma sicuramente sei uno che corre. Detto da uno che scrive sul suo blog ogni giorno da quasi 20 anni c’è da crederci.
Quindi, metti via tutte le tue aspirazioni di successo e gli obiettivi irraggiungibili che ti poni tutte le domeniche sera “ah da questa settimana inizierò a..” e mira più in basso. Quanto in basso? Decidilo tu.
Ecco il mio segreto di pulcinella: non esercitarti per essere migliore ma solo per fare meno schifo del solito.
Scegli qualcosa con cui fare pratica: suonare la chitarra, scrivere, leggere, pregare, correre.
Accordati con te stesso su un tempo minimo e parti con poco: 30 minuti.
Prendi un piccolo calendario, meglio se non digitale, e ogni volta che riesci ad esercitarti fai una bella croce sul giorno.
Vai avanti per 30 minuti al giorno, per 30 giorni.
Poi fermati, guarda il calendario, concediti il tuo piatto preferito, datti una super pacca sulla spalla perché a quel punto farai molto meno schifo di prima.
E’ difficile mangiare un elefante tutto intero ma fa se lo fai a fette sottili sottili dopo un po’ secondo me ce la puoi fare.
Sai qual’è la cosa più complicata all’inizio? Accettare di non essere capaci. Riuscire a fregartene di quella brutta percezione che hai di te stesso. Accettare il risultato del tuo lavoro comunque, anche se fa veramente schifo, anche se ti verrebbe da buttare via tutto e non provarci più
Come dice Jason Segel devi imparare “the willingness to be bad” la disponibilità a essere pessimi.
Attento, non dico che messa così è semplice.
Cavolo se non lo è, l’elefante resta un elefante e la pratica è una cosa incredibilmente pallosa.
Ma come diceva il grande stoico Zenone di Cinzio:
Buoni si diventa poco alla volta ma non è cosa da poco.
L’immagine è una mia pessima reintepretazione di un disegno di Austin Kleon