Chi come me lavora con le community ha un forte bias cognitivo che potrebbe rivelarsi controproducente. Pensiamo che i nuovi arrivati siano lì pronti per essere coinvolti, scrivere e far parte del gruppo.
Come se tutti pensassero: “Ah ma che bel posto” “Che belle persone” “Come mi piacerebbe partecipare” “Che bello essere coinvolta in…”
E quante volte ci rimaniamo male se non lo fanno? Perché non partecipano? Ma come? Entrano, guardano e se ne vanno? Dopo tutto il lavoro che ho fatto per coinvolgerli?
No, no e no. Toglitelo dalla testa.
Come ripete spesso David Spinks:
Most people don’t join communities for belonging
They join to solve a problem or achieve a goal
Capito? Sono qui solo per il proprio interesse personale, perché vogliono risolvere un problema, punto. La maggior parte di loro farà solo questo.
Quindi se vuoi fare in modo che più persone entrino, devi promuovere i “benefici” della community, non il coinvolgimento e neanche la community in sé.
Che benefici può trarne un nuovo arrivato/a dalla tua community? Che cosa ci può guadagnare? Cosa lo motiva dal profondo?
Facciamo qualche esempio:
- può aumentare la conoscenza di un prodotto
- può trovare nuovi clienti
- può imparare una nuova materia o tecnologia
- può incontrare persone esperte del settore
- può leggere le esperienze dei clienti di un brand
Questo si aspetta e questo vuole.
Poi con il tempo potrebbe fare qualche passetto aggiuntivo.
Dopo essere entrato e inizia a risolvere un problema, passa ad un altro e poi un altro ancora… e a quel punto (ma solo a quel punto!) inizia a percepire i reale vantaggio di far parte di una community
Inizierà a creare delle vere “relazioni”, conoscere nuove persone (magari anche dal vivo o in call!) e intensificare gli incontri.
Solo in questa fase inizierà a citare “il coinvolgimento” come la reale motivazione.
Solo in questo caso la leva del “gruppo” funziona, per trattenere il nuovo membro e non farlo scappare.
Ma non accade dal oggi al domani, richiede tempo!
Altrimenti è come se durante una cena ti servissero il dolce prima dell’antipasto.. non può funzionare no?
Quindi riepilogando, all’inizio le persone entrano in community solo per risolvere i loro problemi, non per essere coinvolti e partecipare.
Il tuo ruolo come community manager è proprio questo: far percepire i vantaggi e i benefici di una community (all’inizio) per poi trattenerli con le relazioni e il coinvolgimento (dopo).
Con chi farlo, come farlo e in che tempi farlo, fa parte della fine arte della community baby 😉