Perché collaborare con gli altri quando puoi fare benissimo le cose da solo?
Anche io faccio lo stesso, è più facile e veloce. Non devi confrontarti con nessuno, non devi convincere nessuno, né cercare il consenso. Puoi prendere le decisioni che vuoi, nel tempo minore possibile.
Ma sei sicuro di fare le scelte giuste? Quelle che ti permettono di andare lontano? Oppure nel tuo tentativo di andare veloce, sul lungo periodo stai perdendo un sacco di tempo?
C’è un detto africano molto famoso che inserisco spesso nelle mie presentazioni quando parlo di community
Se vuoi andare veloce, vai da solo
Ma se vuoi andare lontano, vai insieme
Un atleta corre i 400 metri in un tempo di circa 44 secondi, una staffetta 4×100 riesce a farlo in 40”. 4 persone che si suddividono il percorso sono più veloci del singolo.
Sembra scontato ma non è così semplice, gli atleti non devono solo correre veloce ma passare anche il testimone nel modo più efficiente possibile.
C’è un altro aspetto da tenere in considerazione e secondo me fondamentale.
Spesso le migliori squadre di staffetta non sono quelle con i migliori centometristi ma quelle dove il passaggio di testimone avviene nella maniera più veloce e fluida possibile.
Yves Morieux racconta proprio questo esempio nel suo famosissimo TED talk
Grazie alla cooperazione, il tutto vale molto di più della somma delle parti. Non è poesia, non è filosofia. E’ matematica. Chi porta il testimone può essere più lento ma il testimone del gruppo è più veloce. Miracolo della cooperazione: che moltiplica l’energia e l’intelligenza delle parti. Questa è l’essenza dello sforzo umano: come noi lavoriamo insieme, come ogni impegno contribuisce all’impegno di tutti. Con la cooperazione, noi possiamo fare di più con meno.
Questo miracolo del lavoro insieme mi ha sempre affascinato e ho passato anni a studiarlo. Fare più cose con meno cose, grazie all’unione delle singolarità, sembra quasi magia.
Si tratta di mettere insieme i frammenti di genio di ognuno e cercare di farli lavorare insieme.
Il risultato può essere strabiliante quanto disastroso, dipende dalle dinamiche che si instaurano tra le persone.
Ho scoperto in questi anni che il gruppo (o come la chiamo io, la community) è capace di raggiungere obiettivi incredibili, impensabili se provati a raggiungerli da soli.
Se i componenti affinano una buona tecnica e imparano a passare il testimone nel modo più efficace possibile, diventano super veloci sulla lunga distanza.
Fino a qui tutta bellissima teoria, ma nella pratica?
Nella mia esperienza di community manager, la formula magica che permette una collaborazione stellare è composta da questi 4 ingredienti.
Avere una causa condivisa
Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.
Antoine de Saint-Exupéry
Sembra retorico ma è estremamente importante. Il tuo gruppo sta guardando nella stessa direzione? E’ legato da un obiettivo comune? Parlatene e scrivetelo da qualche parte.
Partite dalle cose che secondo voi sono importanti e condivise da tutti.
Nella mia community degli Eroi Digitali nelle prime riunioni abbiamo chiarito subito dove volevamo andare, perché avevamo deciso di stare insieme, quali erano le regole e la direzione in cui volevamo muoverci. Abbiamo deciso che erano importanti la collaborazione tra potenziali competitor, il rispetto delle opinioni, la condivisione delle informazioni, la fiducia nell’altro.
Le iniziative, i ruoli, i badge e i KPI sono stati poi definiti sempre a partire da questi valori e obiettivi.
Avere un entusiasmo contagioso
In tanti citano parole come mission, vision, valori e cose di questo genere. Come un mantra, sono fattori di cui community, aziende e associazioni non possano più fare a meno.
Alcuni spiegano come scriverle e definirle andando alla ricerca del “perché”.
Tutto giusto, tutto sacrosanto. Però non basta.
Nessuno insegna, una volta definita la mission, come si mobilitano le persone verso una direzione comune e come convincere le persone a muoversi.
E’ fondamentale che tu sia il primo ad entusiasmarti verso la causa condivisa e il lavoro di squadra.
Se i tuoi sentimenti sono autentici, sarai da ispirazione e altri seguiranno il tuo esempio. Bastano anche solo 1-2 persone che credono in quello che credi tu e iniziano ad avere a cuore i tuoi obiettivi.
Sii sempre positivo, inizia qualsiasi cosa che fai con energia, cerca sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno in ogni situazione.
Se riesci a convincere poche persone all’azione, le altre seguiranno a ruota.
Una delle lezioni che ho imparato negli ultimi anni è questa: l’entusiasmo è estremamente contagioso, quando le persone vedono altre agire sono molto più spinte a farlo.
Il tuo obiettivo è far scattare la scintilla e accendere la torcia di chi ti sta accanto.
Far sentire le persone a loro agio
Sembra una banalità, mai membri del tuo gruppo non collaboreranno se percepiscono che il clima non è quello giusto. Se vuoi creare un team coeso parti dalle basi: crea un senso di familiarità.
Non servono iniziative fantasmagoriche, parti da cose molto semplici. Nei nostri meeting io spesso pongo domande introduttive, chiedo come come va a casa, avvio riti goliardici, sparo battute su dettagli personali (i figli, la casa nuova, il collega di lavoro), chiedo a ognuno di condividere le proprie conoscenze.
Ti assicuro che già nei primi 3 minuti di incontro si capisce subito se l’ambiente è familiare o meno.
Tutto questo mi aiuta a mantenere un clima disteso e sincero, più umano e meno formale.
L’importante è ricordarsi di tutti, nessuno escluso.
Una fattore che mi aiuta molto in queste iniziative è essere genuinamente curioso dei loro successi e insuccessi. Sono molto interessato alle loro storie e non mi stanco mai di conoscere e comprendere.
Creare un genio collettivo
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.
George Bernard Shaw
Ognuno deve poter dire la sua, avere l’opportunità di mettere a fattor comune un pezzettino di quello che sa.
Se l’idea venga approvata o meno dal gruppo, non è importante. Fai in modo che tutti possano dire “io ho aiutato la community a crescere e migliorare”
A ruota, punta un riflettore sui partecipanti del team, dai loro un momento di notorietà.
Molto ti risponderanno “io non ho niente da dire, io non sono capace”, non credergli.
Devi mettere in evidenza le piccole esperienze e conoscenze che ognuno di loro nasconde e può mettere a disposizione. Studiali, informati sul loro conto e cerca di essere creativo.
C’è un’altra cosa a cui dovrai fare estremamente attenzione.
Sarai tentato di metterti tu sotto il riflettore. E’ normale, è umano. Ma non sei tu la star, sono loro.
Io devo solo allestire il palco non esibirmici sopra
Ed Catmull – presidente Pixar
In conclusione
Come dice Yves Morieux:
Abbiamo bisogno di organizzazioni in cui cooperare diventa individualmente utile per le persone
L’importante è
- avere una causa condivisa
- un entusiasmo contagioso
- far sentire le persone proprio agio
- creare un genio collettivo
4 centometristi lenti che collaborano tra loro sono più veloci di 4 fuoriclasse che corrono solo per sè stessi.
Al posto di dotati geni solitari, è meglio far emergere il talento di tutti e metterlo a fattor comune.