In questo periodo le persone lavorano la casa e si sono accorte di avere molta più libertà. Gli orari sono molto più flessibili, è diminuito il controllo da parte dei propri capi e le interruzioni dei colleghi.
Sono sicuro che anche tu hai pensato “bene, adesso mi organizzo come mi fa più comodo”
Poi qualcosa è andato storto e ti sei trovato alla fine della giornata a non riuscire a fare nulla di quello che avevi stabilito.
Per me è assolutamente snervante, mi arrabbio con me stesso e non capisco cosa sia andato male. Capita anche a te?
Te lo dico subito, la forza di volontà non basta e se quello che hai fatto finora è solo impegnarti e spingere ancora di più sull’acceleratore è normale che tu ti senta ancora più frustrato.
Cercando di capire meglio cosa stava succedendo a me, ho scoperto che sono io il primo sabotatore delle mie pianificazioni, non gli altri.
Mi auto distraggo, procrastino quello che avevo stabilito di fare e perdo una marea di tempo.
Cal Newport ritiene che una delle cause di questo problema siano gli open loop di attenzione.
Ti spiego come funziona.
Come nascono gli Open Loop di attenzione
Stai facendo una cosa importante per te che richiede concentrazione, ad esempio scrivere un articolo come questo e nel mentre arriva una notifica di un collega che ti chiede un’informazione.
Tu la leggi, non sai rispondere al volo, allora inizi a fare le tue ricerche e apri un paio di tab nel browser (open loop).
Rispondi al tuo collega che ti chiede ancora un chiarimento e tu parti con un’altra ricerca all’interno della tua posta elettronica (altro open loop). Mentre lo fai arrivano dei nuovi messaggi che attirano la tua attenzione, li apri e vuoi rispondere subito (terzo open loop).
Vai avanti di questo passo e scopri dopo un’ora che non hai ancora risposto al tuo collega e l’articolo è ancora là ad aspettarti.
La cosa interessante è che non capisci cosa è successo nell’ultima ora e più open loop apri più andare a ritroso è difficile, come una piccola tana del bianconiglio.
Siamo così abituati a seguire gli open loop che lo facciamo ormai in modo inconsapevole per lunghi periodi.
Come ho fatto a perdere tutto questo tempo? Come ci sono finito? Ma era veramente importante o potevo rimandare?
Ecco, secondo me il fulcro della questione è tutto qui: in quest’ultima domanda.
Io cerco sempre di chiedermi, ma è veramente indispensabile farlo ora? E’ così importante bloccare quello che sto facendo?
Per combattere questo comportamento devi stroncare il processo subito, non devi affacciarti nella tana del bianconiglio e bloccare l’open loop ancor prima ancora che inizi.
Personalmente addotto due metodi, uno più soft e l’altro più hard.
Due metodi per bloccare gli open loop
In quello soft mi appunto nella mia todolist tutti gli open loop senza seguirli. Ad esempio, un collega che mi chiede una cosa, segno nella mia todolist “rispondere al collega” e continuo a scrivere l’articolo. Se mi viene in mente di approfondire un argomento, non inizio subito la ricerca ma segno nella mia lista “Ricerca su argomento x”. Oppure mentre sto leggendo qualcosa e mi viene in mente un’idea per un mio progetto, scrivo l’idea nel mio notebook e vado avanti.
Questa pratica di segnare a parte gli open loop che si aprono, mi ha salvato la vita. E’ una tecnica che svuota la mente e mi assicura di non perdere nulla. Da una parte non dimentico di fare le cose, dall’altra non interrompo quello che sto facendo rischiando di finire in un open loop.
Il metodo hard invece lo utilizzo quando quello che devo fare è assolutamente importante o urgente. Non voglio interruzioni e blocco tutto fin da principio.
Creo un ambiente che mi aiuti a fare quello che devo fare e inibisca tutto il resto.
La mattina quando mi alzo presto per scrivere, preparo una tazza di caffè, stacco la connessione wireless del notebook e lascio il telefono in modalità aereo direttamente in un’altra stanza.
Tutti dormono, nessuno può interrompermi e non rischio di prendere in mano il cellulare. Gli open loop vengono bloccati alla sorgente.
Cosa fare se finisci dentro un open loop
Nessuno di questi due metodi è facile da applicare, né infallibile, gli open loop sono una forza irresistibile. Siamo ormai troppo abituati a perderci ma l’importante è fermarsi in tempo. Se non riesci a bloccarli e ti accorgi di esserci finito dentro chiediti subito “Ehi ma cosa stavo facendo? Perché sono qua? Perché sto rispondendo ad un messaggio se stavo lavorando su un progetto importante?”
Hai 3 semplici step da eseguire. Stop, annota e torna a quello che stavi facendo.
Non è impossibile bloccare le distrazioni
Lavorando con le community ed il marketing mi trovo a gestire tantissimi progetti diversi, alla fine saltare da un task all’altro mi stava uccidendo.
Non dico di aver risolto definitivamente il mio problema ma con le piccole accortezze che ho raccolto in questo post, è sicuramente possibile minimizzare le distrazioni.
Tu come ci sei riuscito? Fammi sapere nei commenti