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Creatività

Cosa sono le Evergreen Notes?

La nota è l’unità fondamentale del second brain

Le evergreen notes sono delle note un po’ speciali, e sono i mattoncini che stanno alla base di tutto il sistema del second brain. Se non le scrivi bene non sfrutterai tutto il loro potenziale e sarà difficile organizzarle o trovare quello che cerchi.

Ma cos’è una nota? Come dice Nick Milo

Una nota è un contenitore di pensieri che ha significato per la persona che l’ha creata

Quindi una nota a due caratteristiche fondamentali. Non nasce per essere pubblica, non c’è bisogno che sia comprensibile per tutti, può avere significato anche solo per la persona che l’ha scritta. (e questo ci tiene lontani dalla ricerca della perfezione!)

Inoltre è un contenitore, significa che ha un contenuto limitato e per questo motivo facilmente componibile con altri contenitori, come piccoli lego. La nota è l’unità fondamentale del “knowledge work”, appunto è un container di riflessioni e informazioni.

Le evergreen notes, sono scritte e organizzate per evolvere, cambiare e accumularsi nel tempo, distribuendosi anche su progetti/argomenti diversi.
A. Matuschak

Quindi non sono scritte nella pietra, ma cambiano. Le puoi migliorare, revisionare, migliorare. Un po’ come faceva Leonardo con i suoi quadri.

Altro concetto fondamentale: le evergreen notes non servono per prendere note, come la maggior parte delle persone pensa. Non sono solo un blocco per appunti.

Perché come dice Andy Matuschak

Tu non ha bisogno di un “better note-taking” ma quello ti che serve è un “better thinking”

Le note non servono a raccogliere informazioni ma a pensare meglio e connettere i tuoi pensieri.

Per questo si chiamano evergreen, perché invece di perdere valore nel tempo, i note-makers creano note vive che sono in grado di crescere, evolvere e acquisire valore.

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Quello che le contraddistingue sono 3 caratteristiche.

Le evergreen notes devono essere atomiche

E’ meglio creare note che riguardino un solo unico argomento.

Devono parlare di un unica cosa, di un unico concetto. Se una nota è troppo generica o contiene troppi argomenti rende difficile creare collegamenti e vedere concetti simili in altre note.

E’ molto più semplice creare connessioni tra argomenti e contesti se la nota contiene ed espande un unico argomento. Se il lego è di colore giallo, di forma quadrata con 4 buchi è facile da attaccare. Se è giallo/rosso/verde ed ha una forma curva, è un po’ più complicato trovargli una collocazione.
Se diventa troppo lunga e generica è consigliato spezzarla in un altra nota e linkarla a quella esistente.

Le evergreen notes devono essere concept-oriented

Significa che non devi classificarle in base al autore, o al libro, o al progetto. Non devi considerare le classiche gerarchie, con cui sei abituato a organizzare i tuoi documenti, non è importante. Tu crea le note e lasciale lì.

Quello che conta è il concetto che esprimono, quello deve essere chiaro. In questo modo ti sarà più semplice trovare connessioni tra libri e argomenti diversi, mentre linki o aggiorni le note nel tempo. Perchè le evergreen notes devono essere fortemente collegate.
Quando organizzi le note tramite concetti potrai individuare facilmente idee che emergono da posti diversi, libri, podcast e articoli diversi. (Come far parlare i libri fra loro)

Capisco che crearle in questo modo è più difficile richiede una forte sintesi ed un titolo esaustivo, ma sul lungo periodo si rivelerà molto più utile. Perché sarà più semplice capire come questa nuova nota si possa posizionare all’interno del tutto (cioè la moltitudine delle nostre note)

Nel tempo accumulerai note che si combineranno in modi diversi per produrre nuove idee e intuizioni.

Le evergreen notes devono essere fortemente collegate

Se ci sforziamo di aggiungere molti link tra le note questo ci spingerà a pensare fortemente a quanti altri concetti potremmo collegare al pensiero che stiamo facendo.
A. Matuschak

Ad ogni creazione di una nuova card dobbiamo farci una domanda: mi ricorda un concetto noto? C’è qualche card simile a cui posso collegarla? Come posso collegarla? Questo ci costringe a riguardare le nostre vecchie note alla ricerca di possibili analogie. Non solo, avere l’abitudine di rileggere sempre le nostre vecchie note potrebbe guidarti a scoperte sorprendenti. (Le note dovrebbero sempre stupirti!)

Capiremo quanto il nostro sistema sia “fruttuoso” solo quando attiveremo la rete di link, mentre scriviamo nuove note o facciamo ricerche.
N. Luhmann

In questo modo non navigheremo più le nostre note in maniera gerarchica o per categoria, ma potremo muoverci orizzontalmente tra i link. Come migliaia di porte che vediamo dietro altre porte, questo ci aiuterà a capire come le nostre idee sono collegate fra di loro.

I sistemi complessi nascono da cose semplici

Ancora Nick Milo

Il concetto fondamentale è questo: è più semplice prendere in considerazione un singolo argomento alla volta, scrivendo una evergreen note su ogni cosa che colpisce la mia attenzione.

Che citando la legge di Gall dice

Grandi e complessi sistemi emergono sempre da piccoli e semplici sistemi che provano il loro valore nel tempo

Come dice James Clear “Habits + Practice = Mastery”

Quindi l’unico modo per costruire qualcosa di complesso è iniziare con un sistema semplice, scrivere una piccola nota, connetterla alle altre e ripetere l’operazione nel tempo. Per avere alla fine una moltitudine di piccole evergreen notes densamente collegate fra loro, che ci aiuteranno a pensare meglio.

Fidati, alla fine con il tempo e la pazienza vedrai il tuo lavoro crescere e diventerà sempre più utile e sorprendente

p.s. se vuoi approfondire il second brain leggi questo articolo, e in fondo a questa news troverai altri risorse