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Cosa ho imparato al CMX Summit di San Francisco

Ci sono eventi che ti cambiano la vita.

Se ti occupi di community il CMX Summit è uno di questi.

Ho passato 4 giorni molto intensi nella Silicon Valley per andare avanti nel futuro e vedere il mondo come sarà tra 5 anni. 

Ecco cosa ho imparato.

Dove c’è summit c’è casa.

Ad eventi come questo ti senti un po’ a casa. Dove se parli di retention o ambassador program, nessuno fa due occhi così. 

E’ un sentimento normale, quando ci sono così poche persone nel mondo che fanno il tuo stesso lavoro. Per inciso, gli unici italiani al summit, su più di mille partecipanti, eravamo io e il mio amico Alfredo.

Può capitare di andare a cena e passare la serata in modalità community-nerd, confrontando il libro di Richard Millington con quello di Jono Bacon e analizzando i diversi approcci. 


Ti faccio un esempio di questo. A pranzo venivano organizzati dei tavoli di lavori, tu ti avvicinavi ad un gruppo con il tuo box dl pranzo, sul tavolo al centro c’era l’argomento: creare un prodotto community-driven, rilanciare l’ambassador program, creare una comunicazione empatica.. 

Le persone si aggregavano e pronti via iniziavano a raccontare le loro esperienze, facevano domande agli altri e portavano i propri casi di successo. Tutti “esasperatamente” insieme con la voglia di confrontarsi. Sete di confronto e di conoscenza. Non va perso un minuto per imparare dagli altri.

Questo si respira al CMX Summit.

Nora dalla Germania mi ha raccontato che viene qui dal 2014, tutti gli anni. Ogni anno per 2-3 giorni si ricarica le batterie e si sente un po’ meno “straniera” nel proprio lavoro

Le persone. 

Chi partecipa al CMX summit è un animale raro. Chi lavora con le community ha a che fare con le persone. Questo non vuol dire che è un estroverso, ma ha un’attenzione particolare per gli altri.  Ti racconto una cosa che spiega questo atteggiamento. 

Ero appena arrivato al kickoff dell’evento organizzato in Google, non conoscevo praticamente nessuno. C’era una breve presentazione e io racconto che venivo dall’Italia, facevo il community manager ecc..

Poco dopo vagavo alla ricerca di un caffè per combattere il jet-lag (erano le mie 5 di notte italiane) e mi chiama un gruppo di persone “Ehi Italian guy, come here and tell us your experience about community management in Italy”. Così a freddo. Sono rimasto senza parole. Abbiamo iniziato a chiacchierare e scambiarci i contatti. Fantastico.

Il futuro

Ho visto sul palco numerosi esponenti di aziende molto famose nella Silicon Valley decantare la forza della community. Come abbia cambiato il loro business e dato loro un vantaggio competitivo enorme. Community program da milioni di euro di ROI. 

Nomi come Atlassian, Facebook, Duolingo, Salesforce, EA, Mozilla, Dropbox, Lyft, Marketo, Nextdoor. 

Tutti lì a dire la stessa cosa. Chi riesce a coltivare la propria community sta creando un tesoro sotto il proprio sedere dal potenziale enorme.

Speaker e contenuti

Tanto da imparare. A tutti i livelli. Anche negli speech con tematiche che sembravano per beginners c’erano perle di saggezza ovunque. Il fatto che community management riesce a inserirsi orizzontalmente in tutti i campi è una cosa che già sapevo, ma al summit esplode in tutta la sua potenza. Dal tech, al volontariato, dai trasporti al food, dal LGBT al clima. Venivano toccati tutti gli scenari possibili, tutte le tecniche e strategie psicologiche-sociali. 

Speech di rilievo

Difficile scegliere tra un agenda così vasta ma mi sento di mettere 3 speech sul podio in base ai miei gusti personali. Soprattutto perchè hanno trattato argomenti molto interessanti e che non conoscevo.

Is Your Community Strategy Working?

Richard Millington è uno dei community strategist più esperti che io conosca, non a caso sono volato a San Francisco anche per farmi autografare uno dei suoi libri.

I suoi speech sono molto densi, e in questo ha cercato di farci ragionare sull’importanza di una strategia e sulla necessità di creare una roadmap che ci permetta di raggiungere i nostri obiettivi

Un suo cavallo di battaglia è: lascia perdere l’engagament concentrati sul vero scopo della tua community.

Che cosa vuoi ottenere? Cosa vogliono i tuoi membri e stakeholders? Parti da lì ed elabora le tue strategie e le tue tattiche. 

Cerca di sfruttare tutto il potenziale della community facendo un piano triennale: nuovi lead per la tua azienda? Accrescere il numero di fan tra i tuoi clienti? Abbattere i costi del supporto? Chiarisci cosa vuoi e metti nero su bianco come ci vuoi arrivare. 

Human after All: How to Prevent a Herd Mentality in Your Community

Grazyna Frackiewicz ha cercato di spiegare il concetto di Herd Mentality in una community. Quando le persone pensano tutte allo stesso modo e non c’è alcuna idee divergente.

Questo può accadere soprattutto in posti in cui ci sono molti “fan” e vengono scoraggiate idee diverse dal credo di gruppo. Questo può diventare molto dannoso: 

  • i membri non possono esprimere se stessi
  • le idee innovative non emergono
  • la diversità non viene tollerata

Grazyna ha dato alcuni suggerimenti per evitare tutto ciò:

  • sollecitare continuamente le persone a tirare fuori i propri punti di vista
  • creare un ambiente psicologicamente sicuro
  • celebrare il pensiero alternativo 

Demystifying Community Content: Strategy, Advocacy, and UGC

Per un community marketer come me questo speech è oro. Bridget Sauer è Community Content Manager in Atalassian ed è esperta nel convertire il materiale grezzo che viene dalla community in articoli per il proprio pubblico. 

Ha raccontato il suo processo in 5 punti

  • cercare di coniugare i bisogni del management con quelli della community
  • identificare un design per il proprio contenuto: struttura, processi, metriche
  • coinvolgere i propri colleghi nel processo
  • guida i membri della community nel creare contenuti
  • crea un volano che si auto alimenta: fai una domanda, prendi le migliori risposte, chiedi a chi scritto di espandere i concetti e fare a loro volta domande. Riparti 

Illuminante e molto concreto.

Cosa mi porto a casa?

Il fatto che eventi come questo sono indispensabili per la mia crescita. Fanno bene al animo, all’umore e alla mente.

Ti obbligano ad uscire dalla zona di comfort per spingerti a porti obiettivi sempre più alti e stimolanti.

Mi sono accorto di far parte di un movimento di persone che basa tutto il proprio lavoro sulle relazioni umane, sulla condivisione delle esperienze e sull’empatia.

Questa cosa mi muove dentro nell’animo e mi fa essere sempre più orgoglioso della strada che mi sono scelto. Quello di lavorare con le community, aiutando le persone a raggiungere i loro obiettivi personali. 


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