Categorie
Second Brain

Come sto costruendo il mio second brain

Che cos’è, a cosa serve e che processo sto utilizzando

Probabilmente non ne avrai sentito parlare, ma ormai da un annetto sono dentro questa tana del bianconiglio. E’ partito tutto da un piccolo articolo mi spiegava un nuovo metodo per gestire le proprie note personali.

Prima di tutto partiamo dalla mia esigenza principale: avevo bisogno di cambiare il modo in cui prendevo le note e costruivo la mia conoscenza.

Mi serviva un sistema che processasse le informazioni per poterle poi riutilizzare in futuro. Non sapenvo quando e come le avrei poi riutilizzate.

Un sistema univoco, semplice da utilizzare e che non mi frammentasse le informazioni in mille posti diversi.

Quindi, cos’è un Second Brain?

Nick Milo lo definisce:

un sistema personalizzato che ti aiuta a pensare meglio

Non è solo un modo nuovo per organizzare appunti, bookmark o note ma un processo per costruire il proprio sistema di documentazione personale.

Mi spiego meglio, partiamo da cosa non è un secondo brain:

  • Non serve per prendere note, ma per creare note. Sembra la stessa cosa ma non lo è
  • Non serve per collezionare informazioni ma per collegarle meglio fra loro
  • Non serve per salvare le evidenziazioni nei libri ma per creare nuove idee ed intuizioni

Più chiaro adesso?

Tiago Forte, che ha coniato il termine e ha scritto un libro, lo ha chiamato

un metodo per organizzare la tua vita digitale e fare emergere il tuo potenziale creativo

Quindi il second brain serve per pensare meglio e aiutare la tua creatività.

Il mio amico Emilio lo definisce:

un archivio personale che contiene una serie di note scritte da te o contenenti semplicemente informazioni che, grazie a programmi quali Obsidian, si collegano tra loro andando a formare una sorta di secondo cervello.

Mi sembra una perfetta descrizione.

https://www.traditionrolex.com/29

Il mio processo di collezione

Parte tutto da una moleskine A6 o google keep su smartphone, dipende da quello che mi strovo per le mani. Prendo appunti di continuo, abbozzo idee, citazioni, spunti.. tutto quello che mi colpisce. Scrivo quello che vale la pena memorizzare per poi espandere con miei pensieri aggiuntivi.

Poi passo al mio secondo step analogico.

Il box con le card

Ogni concetto che mi colpisce da un libro, un video, un articolo, un podcast.. lo scrivo in una card. Ho un box in plastica (vedi foto in alto) dove raccolgo delle card in formato A6, ogni idea è una card, ogni card ha un numero. In breve la card è piccola e ha solo due facce, quindi mi obbliga ad essere sintetico. Che numero dare alle card? Non è importante, io lo faccio in maniera progressiva. Qui il segreto sta tutto nella modalità in cui scrivo le card, ma di questo parlerò un’altra volta.

Subscribed

Collegare le card

Poi c’è un’altra cosa fondamentale da fare, ogni volta che ne scrivo una, poco prima di riporla nel box, dò un’occhiata a tutte le altre, se trovo idee collegabili o ricordo di aver già affrontato il tema, le linko tra di loro. Come si linka una card ad un’altra? Semplice, ci scrivo sotto il numero della card da collegare.

Questa è una parte fondamentale del processo, se le idee non sono collegate non servono a nulla. Quando avrai un numero consistente di card ti stupirai del risultato che verrà fuori.

Un sistema ciclico per scrivere le card

Ripeto ancora, il processo parte tutto da un input iniziale, leggi o vedi qualcosa e dici “uh, questo è interessante! Devo segnarmelo”

  1. cerchi di capire il concetto chiave e lo usi per il titolo della card
  2. scrivi la nota utilizzandole tue parole, puoi anche fare citazioni, l’importante è che non contengano solo citazioni ma anche tuoi pensieri
  3. aggancia l’idea alla tua esperienza personale. (Cosa mi ricorda questo concetto?) Crea degli esempi.
  4. crea dei link alle note già esistenti (Ah aspetta.. questo è simile anche a.. questo l’ho già visto in..)

Il passaggio al digitale.

Uso un tool che si chiama obsidian come gestore di card, bozze, storie e idee. Trascrivo piano piano quello che arriva dalla slipbox o direttamente dagli appunti. Poi navigo i collegamenti, li espando, faccio collage. Faccio evolvere i concetti, li collego fra loro e da qui nasce un nuovo articolo per il mio blogla mia newsletter o un nuovo speech da fare su un palco.

Nello specifico quest’articolo è nato da alcune card sparse quà e là che ho messo insieme e riorganizzato.

Quali sono i benefici?

  • le mie note sono centralizzate, tutte in un unico posto, non sparse su mille fogli
  • non parto mai da un foglio bianco per creare qualcosa di nuovo, mai.
  • non perdo pezzi per strada, se un’idea mi ha colpito ce l’ho nel mio sistema
  • posso navigare le card seguendo i collegamenti (come fa il nostro cervello) e creare i miei collage
  • posso creare contenuti unendo tutti i puntini che piano piano o raccolto
  • e tanto altro..

Sinceramente faccio difficoltà a sintetizzare qui tutto il mio processo. Ho cercato di darti solo qualche spunto per solleticarti l’idea. Ma se ti interessa chiedimi quello che vuoi qui sotto tra i commenti.

Alcune risorse sul Second Brain